Nel pomeriggio di lunedì 27 agosto si è tenuta nel Comune di Udine una seduta della Commissione Consiliare Politiche Sociali e Diritti di Cittadinanzaper discutere di un tema che riguarda direttamente tutti e in particolare la nostra associazione MAP.
Assieme ad altri cittadini, portatori d’interesse, abbiamo assistito in qualità soltanto di pubblico ascoltatore. Avendo potuto partecipare, la sottoscritta riporta, a tutti gli associati MAP, una sintesi del secondo punto discusso nell’ordine del giorno così intitolato:
Presentazione di mappatura di luoghi a gestione pubblica o privata al fine di rilevare la compatibilità con le esigenze di accessibilità di diverse categorie di persone. Trasformare un problema in opportunità e valorizzare soprattutto il turismo locale attraverso una geolocalizzazione dei posteggi della città.” – Relatore William Del Negro, presidente dell’associazione culturale Io-ci-vado.
L’ideatore del progetto willeasy ha menzionato la lista dei riconoscimenti e apprezzamenti raccolti nel corso delle sue presentazioni. Inoltre, ha rimarcato la necessità di scambio di informazioni tra le varie associazioni esistenti in Friuli V.G., oltre alle svariate realtà disseminate anche fuori confine, indispensabile per poter raccogliere il maggior numero di dati sulle caratteristiche offerte da molte località e strutture, al fine di inserire questi siti verificati e catalogati in un apposito elenco ancora in fase di costruzione. Si tratta di un progetto veramente ambizioso, poiché presuppone un enorme lavoro di raccolta di dati, l’elaborazione e l’aggiornamento continuo degli stessi. Impresa impossibile con poche risorse umane ed economiche, a maggior ragione se il target di riferimento è l’utenza definita secondo i principi dell’Universal Design (Desgn for all).
Al momento Io-ci-vado conta su alcuni patrocini di enti pubblici ed associazioni tra cui l’AIC, nata dalle necessità delle persone intolleranti al glutine,la quale ha già elaborato un elenco attendibile di locali che forniscono cibo per celiaci.
Alla fine dell’esposizione del progetto è stata posta solo una domanda da parte dei consiglieri presenti, ma strategica poiché riguarda il metodo della mappatura, in particolare sapere quali sarebbero le competenze tecniche richieste agli incaricati per svolgere questo prezioso lavoro. Nessuna informazione riguardo un aspetto fondamentale -secondo la nostra associazione- sulle modalità di selezione de i mappatori. A nostro avviso, la raccolta dei dati non dovrà essere fornita dagli stessi gestori o proprietari dei locali, pena l’attendibilità delle informazioni per questioni di conflitto d’interesse. Ci vorrà un ente terzo che ne garantisca l’omogeneità e l’attendibilità.
Secondo le spiegazioni di William le persone delegate verranno formate ed abilitate al lavoro di mappatura da egli stesso, mediante l’utilizzo delle applicazioni informatiche studiate per le segnalazioni. Ha aggiunto i mappatori dovranno compilare un apposito questionario a risposte chiuse, in modo da evitare la libera interpretazione delle caratteristiche valutate.
Alla fine dell’assemblea abbiamo ascoltato alcuni commenti a caldo sul progetto esposto, il quale -alla luce della nuova Legge Regionale che prevede un finanziamento per la mappatura dei comuni, finalizzata alla redazione dei Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA) nei luoghi a destinazione pubblica- è risultato essere troppo generalista, privo cioè di dettagli tecnici e pratici, dunque non valutabile in termini di fattibilità. Tuttavia, nel complesso l’idea di fondo è stata apprezzata, ancorché non sufficientemente definita. In altri termini, solo marginalmente il progetto coinvolge le necessità delle persone con disabilità, poiché si limita a fotografare una situazione esistente e quindi non comporterebbe necessariamente il miglioramento dell’offerta, ne in termini qualitativi e nemmeno quantitativi. Un elenco simile a quello di willeasy d’altronde si trova già in Google o in Trip Advisor; mentre secondo noi di MAP servirebbe piuttosto introdurre una leva al processo di cambiamento culturale, insomma un premio agli esempi virtuosi. Noi di MAP ci stiamo lavorando già dal maggio del 2017, affrontando numerose barriere culturali.
L’elenco di willeasy si limita dunque a raccogliere dati di ogni genere, con la finalità di facilitarne la reperibilità: dal bar con fasciatoio per i bimbi al ristorante per vegani, passando ai bagni per disabili e alle rampe di accesso, ecc. Noi di MAP sappiamo che non tutte le rampe sono accessibili a tutti e spesso nemmeno fruibili, poiché questo aspetto dipende dalla qualità della gestione delle strutture. Il progetto prevede di includere la mappatura dei parcheggi, riservati ai disabili esistenti in città: anche in questo caso, è stata presentata solo una bella idea.
Non è una novità che il numero dei parcheggi dedicati ai disabili è inadeguato in tutti i sensi e andrebbe aumentato, inoltre sarebbe utile introdurre un meccanismo per rendere disponibile un maggior numero di stalli nel momento del bisogno, senza dover scontrarsi con la burocrazia per denunciare ai sensi della tutela della privacy un parcheggiatore abusivo.
Altro aspetto su cui dovremmo tutti riflettere è l’attenzione prioritaria posta al miglioramento della vocazione al turismo e al tempo libero di Udine. Certamente ciò è importante in termini di introiti comunali, ma nella visione di MAP tale attenzione dovrebbe essere secondaria a quella da dedicare a risolvere le problematiche del vivere quotidiano di noi disabili, come la facilità e libertà di accesso a tutti i luoghi e servizi pubblici.
Attualmente dobbiamo considerare che sono davvero pochi i percorsi e i locali accessibili, sia pubblici che privati, questo per la mancata applicazione della legge che dovrebbe garantire a tutti la libertà di movimento e l’inclusione ad ogni livello della vita sociale.
Concludendo, secondo noi di MAP le mappature dei luoghi isolati sono utili, ma non invitano ad un’inclusività totale e adu una mobilità incondizionata. Sarebbe un intervento poco strategico cioè fatto di luoghi accessibili ma a macchia di leopardo, ovvero scollegati da altri luoghi vitali.
Secondo noi di MAP un sistema davvero inclusivo deve venire pianificato, in un tavolo di concertazione tra i portatori d’interesse, in modo da restituire un progetto organico di accessibilità equa. Ogni cittadino ha il diritto di godere di tutti gli spazi pubblici, sia per necessità dirette che indirette. Pertanto, non sarebbe ammissibile una gestione discriminatoria di alcun spazio o edificio a destinazione pubblica, vuoi di proprietà comunale o privata. Se non si passasse alla progettualità specifica per modificare le strutture e infrastrutture a destinazione pubblica, quali edifici e percorsi, rendendoli accessibili e fruibili a tutti, allora tutto rimarrebbe immutato, o peggiorerebbe in assenza di investimenti almeno in manutenzione.