Lo scorso gennaio, sommessamente, è stato approvato il “Piano per la Non Autosufficienza 2019-2021”. Ha fatto molto più discutere la soppressione del ministero per la Famiglia e la Disabilità avvenuta qualche mese più tardi rubando il protagonismo nello scenario delle Politiche del welfare a beneficio delle persone più fragili: i disabili non autosufficienti.

L’accordo è stato siglato a luglio dal Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro delegato per la famiglia e le disabilità e il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministro della Salute e il Ministro dell’Economia e delle Finanze. 

Il Piano è uno strumento di programmazione nazionale delle risorse afferenti al Fondo per le non autosufficienze e individua, nel limite di tali risorse, lo sviluppo degli interventi e dei servizi necessari per la progressiva definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali da garantire su tutto il territorio nazionale.

A circa 13 anni dalla sua istituzione, avvenuta con la Legge finanziaria per il 2007, il Piano è l’occasione per fare il punto sul Fondo per le Non Autosufficienze FNA. Dalla sua dotazione iniziale – 100 milioni di euro per l’anno 2007 – il Fondo è via via cresciuto fino a raggiungere la ragguardevole cifra di circa 573 milioni di euro nel 2019, di cui 550 strutturali.
Oggi, con i nuovi interventi previsti e la rinnovata struttura, vi è la concreta  possibilità di avviare un percorso volto a garantire, su tutto il territorio nazionale, l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali con riguardo alle persone non autosufficienti .

Le risorse complessivamente afferenti al “Fondo per le non autosufficienze” disponibili per il triennio 2019-21 sono così articolate:

  • 573,2 milioni di euro nel 2019,
  • 571 milioni di euro nel 2020,
  • 568,9 milioni di euro nel 2021..

Recentemente, l’attuale Ministra in carica al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, ha illustrato dettagliatamente il Piano ai rappresentanti del settore, per la prima volta descrivendo la platea dei beneficiari e degli interventi finanziati a valere sul Fondo nei territori, da utilizzare come punto di partenza per l’affermazione di politiche dalle caratteristiche omogenee in tutto il Paese. Grazie al nuovo Piano triennale all’interno del sistema dei servizi dovrà essere garantito, in particolare alle persone con disabilità gravissima, un assegno di cura e per l’autonomia che permetta di intensificare sensibilmente i sostegni di cui tali persone necessitano. E dovrà affermarsi un modello unitario di riconoscimento delle persone che esprimono maggiori bisogni.

Il menzionato Piano, dunque, rappresenta un segnale concreto di attenzione verso le persone non autosufficienti che attualmente gravano sulle loro famiglie, in modo più adeguato e inclusivo puntando alla riduzione delle diseguaglianze territoriali e a una metodologia pienamente condivisa.

Durante l’incontro con i membri regionali della Rete della Protezione e dell’Inclusione Sociale la Ministra Catalfo ha preso atto delle posizioni e delle istanze emerse e ha ricordato, ancora una volta, quanto il tema della non autosufficienza sia alla massima attenzione del Governo Conte Bis, anche con il coinvolgimento del Premier stesso.
La titolare del Dicastero ha ricordato l’importanza della condivisione tra tutti i soggetti coinvolti per arrivare a soluzioni concrete per quelle numerose famiglie, che entrano in un particolare percorso di vita, nel quale la presenza dello Stato è necessaria.

[author_halfreviewleft]Sulla base delle indicazioni programmatiche del Piano di cui al comma 1, nel rispetto e nella valorizzazione delle modalità di confronto con le autonomie locali e favorendo la consultazione delle parti sociali e degli enti del Terzo settore territorialmente rappresentativi in materia di non autosufficienza, e comunque prevedendo il coinvolgimento delle organizzazioni di rappresentanza delle persone con disabilità, le regioni adottano un PR per la non autosufficienza, ovvero altro atto di programmazione regionale degli interventi e dei servizi necessari per l’attuazione del Piano nazionale, a valere sulle risorse di cui al presente decreto, eventualmente integrate con risorse proprie (Art. 1 comma 3).

La nostra associazione MAP, attraverso la propria rete di referenti regionali, vigilerà affinché il menzionato Piano venga recepito nelle varie regioni.

Prossimamente verranno pubblicati i Piani di ciascuna regione in un’apposita sezione di questo sito web.