“Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri”

 Voltaire.

Oggi, parafrasando le parole del noto illuminista francese, possiamo condannare senz’appello tutti quei paesi che, pur reputandosi arrogantemente civilizzati, condizionano abitualmente la vita dei disabili con una serie di barriere culturali e quindi architettoniche, costringendoli senza scrupoli ad alloggiare come prigionieri nelle loro proprie case invivibili.

Abbiamo assistito al fallimento dopo 32 anni della legge 41 del 1986 che imponeva ai comuni italiani, entro un anno dalla sua emanazione, l’obbligo di dotarsi di almeno un piano per l’eleminazione/superamento delle barriere architettoniche.

La nostra associazione ha scelto di non punire con la diffamazione o con l’assegnazione di un bollino rosso, simbolo dell’inaccessibilità, le zone ostili e discriminatorie dei disabili, bensì di segnalare solo quelle virtuose. Lo scopo di questa iniziativa è di diffondere la cultura dell’accoglienza delle fasce deboli  in contrasto con la prassi ghettizzante di quella società che dovrebbe essere inclusiva con tutti e non solo, paradossalmente, con i migranti.
Il presente post vuole inaugurare una serie di segnalazioni di luoghi e gestioni virtuose utili ai nostri lettori in viaggio, non solo in Italia ma anche all’estero. L’idea è di favorire lo sviluppo di una rete di luoghi ideali per il turismo inclusivo. Quante volte avete notato parcheggi per disabili nelle stazioni di servizio italiane? Noi di MAP ancora nessuno, ma uscendo dai confini  nazionali verso il nordest dell’UE la situazione cambia sorprendentemente!

Abbiamo dunque il piacere di segnalare che i vicini paesi membri dell’UE: Slovenia e Croazia, raggiungibili con alcune ore di auto grazie a delle moderne autostrade, sono particolarmente sensibili all’accessibilità dei disabili nelle stazioni di servizio e di rifornimento combustibili. Per gli occhi attenti e critici di un disabile, che vive quotidianamente il disagio di vivere la sua mobilità condizionata all’aiuto di accompagnatori, le seguenti foto si commenteranno da sole.

Invece, per tutti i normodotati poco empatici, specialmente nei confronti dei disabili, evidenziamo come le stazioni di servizio in questi paesi dell’est sono dotate di almeno un parcheggio per disabili posizionato vicino all’ingresso principale e che la sosta nello spazio di fronte alla rampa di accesso al locale è segnalata con una evidente X per vietare il suo ingombro e quindi favorire la sua fruibilità in sicurezza e comodità da parte dei disabili. Purtroppo anche qui, si trovano autisti poco rispettosi della segnaletica, vediamo un auto parcheggiata proprio sulla X!

Altro dettaglio progettuale equo: le porte di accesso alla stazione di servizio sono scorrevoli, poiché agevolano il passaggio comodo di un disabile senza accompagnatore, impresa impossibile con le pesantissime e ingombranti porte da 90 cm di luce, spesso con molle troppo dure anche per anziani o donne gracili.
I servizi igienici per disabili sono ben segnalati dall’esterno dell’edificio in modo da essere identificati in modo rapido, anche di fronte all’accesso di questi vi sono rampe e parcheggi riservati ai disabili.

Insomma, a differenza di molti luoghi progettati da periti, geometri, arredatori, ingegneri e architetti italiani, le stazioni di servizio moderne dei paesi dell’ex Jugoslavia sembrano non essere progettati solo per lo standard abituale italiano: maschio giovane e forzuto (la minima parte della popolazione, ovunque). L’invito è di andare in vacanza ma non con il cervello, osservare la segnaletica responsabilmente!