Della serie: Arte come terapia
Chi è Olympia Dotti?

Appena conclusa la X edizione della Rome Art Week (Raw), incontriamo la nostra associata la cui produzione artistica seguiamo con entusiasmo da alcuni anni perché è sempre stata fonte sorprendente di energia contagiosa, esempio magistrale di resilienza.
Condividere la sua esperienza è un messaggio di amore non solo verso l’artista ma verso chiunque voglia imparare a superare momenti complicati nella propria vita. Le sue opere celano incredibilmente la sua condizione di tetraplegia al 100%, dovuto ad un terribile incidente. Sapientemente Olympia ha trovato nell’arte la sua ragione esistenziale, che non è fine a se stessa, ma espressione universale di rinascita interiore. Convinti che mai è troppo tardi per avvicinarsi all’arte anche se solo come collezionisti prima ancora di scoprirsi creativi.
Le sue più recenti produzioni artistiche l’hanno affermata come originale esponente della Jappo Pop Revolution, con una nutrita collezione di ritratti di donne in omaggio al Giappone. Esempio straordinario di Passione tra Digital Art, Divinità ed Attivismo le sue opere concettuali stanno ridefinendo i confini della Pop Art contemporanea grazie all’ultimo successo internazionale all’Expo di Osaka 2025. I suoi coloratissimi ritratti di donne asiatiche sono stati selezionati dalla AEREC come eccellenze italiane della Life Strategies for Health per il Padiglione Italia.
Partiamo dalle origini: come è nato il tuo percorso artistico?
Olympia Dotti: Il mio percorso è nato tra le mura di Roma, tra i graffiti di Trastevere e le luci dei neon nei mercatini di Porta Portese, tra i Palazzi aviti familiari, con affreschi del ‘600 e Statue Marmoree. Mi sono contaminata negli svariati Studi all’Estero tra Londra, Ginevra ed USA, tra Arte, Decorazione, Scenografia e Design. Fascinata per l’immagine e per il colore urlante. La Pop Art mi ha dato il vocabolario visivo per raccontare il mondo che vedo: frammentato, iperconnesso, ma ancora profondamente umano.
La tua collezione ad Osaka ha strabiliato. Di cosa si tratta?

Olympia: “Jappo Pop Silk Faces” è una serie di ritratti artistici di donne asiatiche che ho incontrato o immaginato. Volevo celebrare la loro forza, la loro grazia e la loro eccezionale resistenza. La farfalla policroma sulla bocca simboleggia, come la falena monocroma nel Silenzio degli Innocenti, la repressione dell’eloquenza raffinata delle geishe di fronte alla brutalità delle guerre.

Ogni volto è un’icona, ma anche una storia, degna di essere raccontata e celebrata in quanto unica. Un’esplosione cromatica che sfida i confini tra corpo ed anima in una pittura ricca di cromatismi in Color dripping alla Jackson Pollock. Il volto, chiuso in un’intima quiete, diventa tela viva: emozione liquida che scivola ed urla bellezza ed estasi. È arte sacra che respira, che guarda dentro, che non teme l’Arte contemporanea per trasmettere la sua Sacralità il colore del sentimento dei suoi stilismi.
Ho usato tecniche miste: acrilico, stampa UV, tessuti serici, pigmenti fluo e metallici, in colature ispirate alla tecnica Color Dripping che ha reso noto l’artista statunitense dell’action painting di cui uno dei suoi dipinti più costosi è stato venduto a 140 milioni di dollari. Non è un caso che il colore sgorghi dagli occhi a simbolizzare lacrime che, invadendo lo spazio circostante, arrivino a materializzare plasticamente aureole divinatorie.
Come definiresti il tuo stile?
Olympia: È Pop Art contaminata da street culture, moda, spiritualità e glitch digitali. Mi piace sovrapporre livelli: il sacro ed il profano, il glamour ed il quotidiano. Uso colori saturi, texture contrastanti, e spesso inserisco simboli nascosti, come ideogrammi o pattern tradizionali.
Cosa hai presentato alla X RAW Rome Art Week?

Olympia: Quest’anno ho proposto la serie intitolata “Divine Disruption”. Sono ritratti di donne asiatiche reinterpretate come divinità urbane. Ho lavorato molto sull’idea di imperfezione come potere: cicatrici, pixel rotti, smagliature pittoriche. È un omaggio alla bellezza che resiste, che non si piega agli algoritmi, ma irrompe come un’esplosione quando scoppia un palloncino d’acqua sotto pressione.
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con la tua Arte?
Olympia: Che l’identità non è mai statica. Che ogni volto è un manifesto. Che la Pop Art può essere politica, poetica e profondamente personale. Vorrei che chi guardasse le mie Opere si sentisse parte di un racconto più grande, magari anche un po’ provocatorio. L’arte è per antonomasia un linguaggio universale spaziotemporale che stimola riflessioni e complicità.
Progetti futuri?
Olympia: Sto lavorando ad una esposizione collettiva per una Fiera a Bruxelles prevista per Novembre, si tratta di una mostra itinerante, inaugurata a Dubai e che si articolerà in varie tappe: N.Y. e Miami Art Basel fra le più importanti.
Sto esplorando l’uso dell’intelligenza artificiale come assistente per generare pattern visivi basati su storie orali. Penso che la tecnologia non potrà sostituire il genio creativo dell’animo umano, ma può essere uno strumento di memoria, se usata con rispetto.
Infine, visto il vostro progetto innovativo di telemedicina e teleassistenza mi piacerebbe mettere a disposizione una tiratura limitata delle mie opere per ricompensare i donatori che parteciperanno al vostro crowdfunding a sostegno del “welfare di prossimità” fatto di una rete di caregiver famigliari di qualità, impegnati ad assistere le persone più fragili, con disabilità ed anziani. Personalmente devo molto alla mia caregiver peruviana Mercedes.
Dove possiamo visualizzare le tue opere?
Olympia: Su Instagram pubblico puntualmente gli eventi dedicati alla presentazione di nuove opere, mentre nel mio sito web OlympiaDotti.com sono catalogate tutte le opere in vendita e vendute. Sono sempre disponibile ad un videocollegamento per presentare la mia attività e a valutare progetti artistici.
Come acquistare le creazioni?
L’associazione Mobility Access Pass, di cui sono socia, mette a disposizione il seguente formulario per video contattare l’artista Olympia Dotti e facilitare la conoscenza e l’acquisizione delle sue opere.

