L’ALLOGGIO, UN DIRITTO DISATTESO

In mancanza di una politica per la Casa accessibile, non solo dal punto di vista della fruibilità ma anche finanziario, il nostro Direttivo MAP è convinto che l’organizzazione di iniziative private di elevato impatto sociale sia sempre più necessaria. Con la riforma del Terzo settore la nostra associazione ha provveduto ad adeguare, non solamente, il proprio statuto ma ha definito anche delle nuove attività riguardanti il Social Housing, soprattutto a beneficio dei propri associati e famiglie.

QUALI SOLUZIONI SOSTENIBILI?

Da quando è nata la nostra associazione è testimone del disagio dichiarato da diversi suoi associati, residenti in alloggi popolari gestiti da enti pubblici, come ad esempio l’ATER in Friuli V.G. Si tratta di persone che, a causa del peggioramento della loro disabilità, si ritrovano imprigionati in spazi sempre più invivibili. I locali per ovvie questioni economiche sono angusti e, spesso a causa della speculazione edilizia o peggio di una progettazione inadeguata, sono anche insalubri. D’inverno pullulano di muffe mentre d’estate raggiungono temperature invidiabili per una serra. La climatizzazione, poi, è un lusso in questo mondo di figli di un Dio minore.
In pratica, spostarsi anche solo con un deambulatore risulta impossibile e figuriamoci con una carrozzina! E nel migliore dei casi, per quella elettrica, ingombrantissima ma vitale, ci sarebbe posto fuori dall’abitazione in balia delle intemperie.
Spesso, gli immobili popolari risultano anche inaccessibili dall’esterno poichè privi di rampe, di spazi di manovra adeguati e l’ascensore non esiste, perchè non è obbligatorio fino ai tre piani fuori terra. Installare almeno un semplice montascale diventa una missione impossibile.
Altro disagio per chi ha bisogno di cambiare alloggio sono i tempi di risposta alle richieste di soluzione dei problemi abitativi. L’offerta è limitata e le risposte di molti funzionari pubblici si fanno attendere oltrepasando i tempi legali. Insomma, si tratta di una situazione paradossale e intollerabile in un Paese che si autodefinisce tra i più civilizzati cui Governo oggi preferisce dare priorità all’accoglienza indiscriminata di immigranti da luoghi che per la maggior parte nemmeno sono in guerra.

Denunciamo la mancanza di attenzione alle problematiche legate alla disabilità, spesso dovuta ad infortuni sul lavoro. Sembra un tema marginale, scomodo, insomma, indegno di occupare spazio nella politica sociale e quindi taciuto. Noi di MAP invece stiamo sul pezzo, barcolliamo, ma non molliamo, cercando di coinvolgere e sensibilizzare l’opinione pubblica di chi oggi crede di poter vivere a lungo in perfetta autonomia.
Riteniamo che anche il disagio di cittadini italiani, a maggior ragione quando abbiano contribuito economicamente come forza lavoro, debba essere considerato e quindi soddisfatto con urgenza come quello di coloro i quali, in base a discutibili trattati dell’EU (di Dublino in primis), arrivano nel nostro Paese privi di tutto, specie di documenti, autorizzazioni e di referenze attendibili.
Pertanto, il nostro appello è di aiutarci a sostenere il diritto universale ad un alloggio dignitoso semplificando e rendendo equo il meccanismo poco trasparente e indecoroso delle lunghe liste d’attesa.
Sappiamo che ci sono tante aree dismesse e immobili, basti consultare il Demanio pubblico, abbandonati a se stessi che però gravano sulle tasche di tutti i contribuenti,  che potrebbero soddisfare questo vitale bisogno. Pochi parlano di questo diritto che dovrebbe essere gestito responsabilmente dallo Stato italiano per i suoi cittadini includendo non solo le persone con disabilità ma anche anziani (dai 65 anni), giovani studenti, disoccupati e infine tutte le categorie fragili.

UN ESEMPIO VIRTUOSO A TORINO

Progetto Zumagli&Gallina, 2019

Grazie ai nostri referenti nella regione Piemonte siamo venuti a conoscenza di un progetto innovativo di Social Housing che merita di essere condiviso. Si tratta di un’area in una posizione strategica di Torino, a pochi metri dalla stazione Rebaudengo, a 5 km dall’Allianz Stadio della Juventus, tra i quartieri Borgo Vittoria e Madonna di Campagna, denominata Cascina Fossata.
Raccontandolo periamo di regalare un utile spunto per la sua diffusione in altri contesti, risolvendo un duplice problema: soddisfare la crescente domanda di alloggi a prezzi accessibili, per persone in situazioni di difficoltà temporanea, e nel contempo riqualificare aree dismesse, restituendo alla società nuovi valori e opportunità.

CASCINA FOSSATA, NON SOLO SOCIAL HOUSING

Un’antica cascina e relative pertinenze è stata oggetto di un ampio programma di rigenerazione urbana che ha interessato complessivamente una superficie di circa 2 ettari. Il progetto, inaugurato nel 2019, ha richiesto un investimento di circa 20 milioni di euro.  Includeva la realizzazione di un social housing o meglio una residenza collettiva innovativa di 5.000 mq, un centro di ospitalità di 1.500 mq, un ristorante, un supermercato rionale, spazi dedicati ad attività artigianali, un centro servizi per la promozione di attività socio-culturali, aree a parco pubblico per lo svago sicuro ed attrezzato con giochi per bambini e palestra en plen air per i residenti del quartiere.

LA VITA DI QUARTIERE

Scendendo nei dettagli progettuali l’area è stata suddivisa nelle seguenti proporzioni: il 29% destinato all’ospitalità con 104 appartamenti di varie tipologie, l’8% a hotel a 3 stelle di 55 stanze e 3 sale convegni, il 3% a ristorante con uno splendido dehor affacciato su un cortile all’italiana e una sala multifunzionale di 345mq, il 4% al commerciale con 7 botteghe perimetrali al parco con metrature da 68 a circa 200mq, il 2% a botteghe e coworking 262 mq, l’8% al supermercato U2 di 900mq e dotato di ampio parcheggio coperto di oltre 80 stalli di cui 6 per la ricarica delle auto elettriche,e il 46% ad un parco, circa 5.000mq adibiti in parte a 45 orti urbani didattici concessi a titolo gratuito e in parte ad eventi rionali come un mercato o attività ludiche e ginniche.
In un’area di circa 2.500 mq sono stati ricavati 251 posti letto totali divisi nelle seguenti tipologie: 31 monolocali da un posto letto, un monolocale e 20 bilocali per due persone, 38 trilocali per tre persone e 16 per quattro persone. Gli alloggi sono affittati arredati di cucina ad induzione, dotati di impianto di climatizzazione per riscaldamento e raffrescamento, connessione internet wi-fi in fibra e postazioni lan. Agli inquilini viene anche offerto l’utilizzo di aree comuni.

Monolocale tipo da 31mq

Trilocale per 4 persone.

I BENEFICIARI

I destinatari di questa oasi torinese sono i beneficiari di progetti d’inclusione sociale, come: giovani coppie, famiglie in difficoltà che non trovano alloggio adeguato alle loro possibilità, lavoratori in trasferta e studenti fuori sede.

Per consultare l’elenco delle persone destinatarie di canoni d’affitto calmierato invitiamo a seguire il link: Social housing

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