Il caso Valentina e la discriminazione che non possiamo ignorare
Che Ryanair fosse una compagnia low cost lo sapevamo. Ma che il risparmio potesse tradursi in discriminazione, questo no, non ce lo aspettavamo. Eppure è quanto accaduto a Valentina T., 25 anni, affetta da distrofia muscolare e costretta a muoversi con una carrozzina elettrica. La sua storia, riportata da Avvenire, è un campanello d’allarme per chiunque creda nel diritto alla mobilità come diritto umano universale.
Un viaggio formativo trasformato in frustrazione
Valentina era stata selezionata per partecipare al progetto europeo “Keep Driven”, dedicato a giovani con disabilità. Un’iniziativa che prevedeva incontri in Lettonia, Francia, Italia e un workshop finale a Bruxelles. Il 5 settembre aveva acquistato il biglietto Ryanair per il volo Bergamo–Riga del 23 settembre. Tre giorni dopo, aveva inviato alla compagnia tutte le informazioni richieste per il trasporto della carrozzina: dimensioni, peso, tipo di batteria.
La risposta? È arrivata solo la sera prima della partenza. Ryanair ha comunicato via email il rifiuto dell’imbarco, sostenendo che la carrozzina — alta 122 cm — superava di 41 cm il limite massimo consentito per la stiva, fissato a 81 cm.
Tempistiche discutibili e mancanza di alternative
Dalle nostre indagini risulta che la compagnia aerea irlandese era stata informata per tempo. Valentina aveva contattato più volte l’assistenza, ricevendo rassicurazioni. Eppure, solo a poche ore dal volo, è arrivato il rifiuto. Nessuna proposta di volo alternativo. Nessuna assistenza. Solo il rimborso del biglietto.
Diamo eco a questo episodio “inaccettabile” e “discriminatorio”, sottolineando come non si tratti di un caso isolato, ma di un problema sistemico su cui urge trovare delle soluzioni: il diritto alla mobilità per le persone con disabilità non è ancora garantito in modo uniforme.
La risposta di Ryanair
La compagnia ha replicato sostenendo che le dimensioni massime erano chiaramente indicate nel modulo compilato da Valentina. E che, per motivi tecnici e di sicurezza, non è possibile accettare carrozzine che superano tali limiti. Ma la domanda resta: perché comunicarlo solo la sera prima della partenza che non potevano essere offerte soluzioni alternative?
Una chiamata all’azione
Il caso di Valentina ci riguarda tutti. Solleva interrogativi urgenti:
- Le compagnie aeree sono davvero pronte a garantire l’accessibilità?
- Esistono protocolli chiari per la gestione dei dispositivi di mobilità?
- Quali sono le responsabilità legali e morali delle aziende di trasporto?
Raccontaci la tua esperienza
Se anche tu hai vissuto o assistito a episodi simili di discriminazione, non restare in silenzio. Il team di Mobility Access Pass è al tuo fianco. Attraverso il nostro formulario dei contatti, puoi chiedere assistenza legale, ricevere consigli e contribuire a costruire un sistema più giusto e inclusivo.
Perché il diritto a viaggiare non può essere un privilegio. Deve essere una certezza.
Ingegnere elettrico, elettronico e ambientale. Giornalista e divulgatore scientifico. Titolare di Sustainable Technologies srl.
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